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She-Ra e le Principesse Guerriere... Contro gli stereotipi

  • Immagine del redattore: Andrea Pink
    Andrea Pink
  • 1 giu 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Gli ultimi anni, specialmente per quanto riguarda le serie tv e i cartoni animati, sono stati pregni di reboot. Da Sailor Moon a Sabrina, fino a Charmed e grazie a Netflix serie animate come Carmen Sandiego e She-Ra.

She-Ra la principessa del potere è una serie animata degli anni 80. Diventata insieme a He-Man icona gay per motivi piuttosto ovvi.

Nel 2018 arriva su Netflix, il reboot: She-Ra and the Princesses of Power, tradotto in Italia come She-Ra e le Principesse Guerriere. E se tutti questi reboot sono spesso discutibili o per nulla richiesti, She-Ra è una piccola rivoluzione per l'animazione e soprattutto per l'animazione dal target molto giovane se non infantile.

She-Ra e le Principesse Guerriere affronta tematiche nuove, esaltanti ed educative. Abbatte gli stereotipi proponendo un articolo interessante da molti punti di vista.



Per cominciare l'estetica, non intesa come character design, espone fisicità svariate, non più una sfilza di bamboline magre e alte dai capelli fluenti per facilitare la produzione di merchandise, ma sorprendentemente tutte le principesse hanno una loro corporatura ed etnia. Dalla magrissima Principessa dei fiori, alla paffutella Principessa lunare fino alla sovrappeso Principessa del vento. E questa illustrazione di corpi diversi abbatte lo stereotipo di "magro è bello" favorendo, ai giovani, una rosa più ampia di potenzialità e prospettive. Agevolando pure l'immedesimazione e l'accettazione. E se vale per la corporatura lo stesso vale per l'etnia dei personaggi dai diversi colori di pelle come la Principessa dei mari indicativamente dell'Asia meridionale e la Principessa del ghiaccio dagli occhi a mandorla insieme a molte altre etnie. E anche se tutta questa mescolanza di corpi e colori non risolve il problema, credo fermamente, che possa attenuare questioni di razzismo e body shaming dando agli spettatori più ingenui una possibilità di comprensione diversificata.



Un'altra leggera innovazione è anche nei costumi che pur presentando adorabili orpelli e colori pastello riesce a risultare una scelta stilistica molto queer, quasi tutte le Principesse indossano pantaloni e divise dall'aspetto comodo e per nulla sessualizzato. Nessuna scollatura eccessiva o utilizzo di capi dal risultato sexy e ammaliante ma più un'espressione del carattere dei vari personaggi e dei loro poteri. She-Ra ad esempio non veste più un corpetto dalla facile fuoriuscita di tetta e una minigonna svolazzante ma una divisa molto più sportiva e militare, stivali bassi, shorts da ciclista e spalline protettive. Liberando il personaggio da quella pesante aura di seduzione e sfrontatezza sessuale poco realistica per una ragazzina, vista per altro da spettatori bambini. Aumentando così il potenziale espressivo della protagonista.



La parte più interessante e innovativa è la rappresentanza della comunità LGBTQ*, coppie lesbiche e famiglie arcobaleno, sono presenti due padri gay e altre coppie dello stesso sesso e anche attrazioni molto fluide fra alcuni personaggi che scivolano dalla profonda amicizia ad un amore ancora immaturo ed estremamente tenero. Ma oltre alla rappresentanza la parte migliore e più importante è la semplicità e normalità con cui questi personaggi sono presentati e accettati, nessuna forma di bullismo o paura anzi l'intero mondo del cartone animato, Etheria, non è solo avviluppato alla magia ma anche ad un'accettazione dell'omosessualità, anzi non è nemmeno presente la questione "problema diversità", un mondo utopico dove si parla di persone e non di sesso, genere e orientamento.

Dove alla base della società civilizzata c'è il rispetto verso gli altri. E queste tematiche non sono semplicemente di contorno, macchiette aggiunte per il politically correct ma parte centrale della narrazione. La potenza del messaggio risulta chiara, educativa e senza ombra di dubbio offre l'opportunità di facilitare l'accettazione sia di se stessi che degli altri.




Un altro filo conduttore della serie è la scoperta, l'auto-determinazione ed emancipazione del proprio Io. La maggior parte delle protagoniste si mette in gioco, in questione e crea un proprio percorso di cresciuta e affermazione. Accetta gli errori e cerca di affrontare problemi e muri con la propria forza interiore. In più l'amicizia è il primo degli argomenti trattati, ma devo dire che questo accade già da molti anni nei cartoni animati. Le scene di lotta e di combattimento non vengono femminilizzate o alleggerite per dare una visione più docile ma sono ben rappresentate, dinamiche, potenti e inarrestabili. Senza sottolineare un genere di appartenenza.





Se la trama non è nulla di nuovo o innovativo la differenza sta nella rappresentanza, nell'importanza del messaggio che questa serie vuole dare. Un'opera curata e basata sull'accettazione, il rispetto e la libera espressione. Riesce ad abbattere stereotipi, restrizioni e censura. Dando appunto una varietà di soggettività e possibilità.



Spero vivamente che She-Ra e le Principesse Guerriere possa essere un nuovo punto di svolta e di inizio. Soprattutto per le giovani menti.






 
 
 

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