Che femminismo vogliamo essere?
- Andrea Pink
- 11 giu 2020
- Tempo di lettura: 2 min
“Per parlare di se, si deve parlare di tutto il resto.”
Simone de Beauvoir
Il femminismo non è un movimento unico, non è un fiume che scorre uniformemente, è un albero che nasce dalla stessa radice e che si ramifica in diverse prospettive. Si evolve e muta oppure rimane fermo verso una direzione unica. Dal femminismo radicale al transfemminismo e altre correnti interne. Si rinnova con il cambiamento della società, spesso grazie alle lotte del femminismo stesso. Non dobbiamo fare l'errore di considerarlo un unico e solido gruppo ma più un movimento formato da diversi gruppi, da diverse ramificazioni.
Molte di queste ramificazioni partendo dalla necessità dei diritti per le donne possono e riescono, grazie a diverse prospettive, a lottare per minoranze varie dalla causa LGBTQ+ alla questione razziale fino al tema ecologista e altre ancora. (Non dobbiamo scordarci che una donna può essere di colore, gay, trans, disabile ecc.)
Sta a noi decidere in che gruppo vogliamo lottare, in che femminismo credere e autonomamente creare anche un nostro femminismo quotidiano, che ci aiuti a crescere, a mutare, possibilmente ad emanciparci e alla base rispettare non solo noi ma anche gli altri.
La parte importante sta nell'approfondire e nello studiare il movimento e la sua storia. Non fermarci alla pagina "carina" dei social o al blog di podcast filosofeggianti, che spesso trattano troppi argomenti senza riuscire ad approfondirli o conoscerli abbastanza per parlarne, ma studiare, partendo dalla radice-storia comune fino alle più ampie sfumature. E con il materiale raccolto ampliare la nostra visuale verso la lotta e verso la nostra quotidianità e inclinazione. Non possiamo conoscere tutto, e non possiamo parlare di tutto, ognuno ha la propria inclinazione o esperienza.
Il femminismo e la lotta partono dal soggettivo e poi si producono nel collettivo. Dobbiamo ampliare le nostre visioni autonomamente e aumentare la nostra esperienza, creatività e sicurezza. Il femminismo può e dovrebbe essere obbiettivo comune di tutti. Di donne, uomini, gay, lesbiche e tutte le cosiddette minoranze. La scelta, spetta a noi, di voler essere femministi e in quale gruppo appartenere o più semplicemente in che modo voler lottare e credere secondo il proprio io. Secondo un personale e autonomo femminismo.
Concludendo con Simone de Beauvoir:
“Se si mantiene una casta in stato d'inferiorità, essa rimane inferiore: ma la libertà può spezzare il cerchio.”
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